sabato 7 aprile 2007

L'estate della paura


di Dan Simmons
644 pagine
Gargoyle Books, 2006 (I^ edizione 1994)
17,50 €

1960: è tempo di festa a Elm Haven, piccola cittadina dell’Illinois. È appena arrivata l’estate, e con essa è finalmente finita la scuola. Cinque ragazzi di dodici anni si apprestano quindi sorridenti a vivere spensieratamente i tre mesi di caldo, sole e giochi che li aspettano. Ma in realtà, ad attenderli c’è anche qualcos’altro. Un’entità mostruosa che si sta risvegliando a poco a poco, una minaccia che ha a che fare con la Old Central, l‘immensa scuola appena chiusa, con un terribile evento accaduto sessant’anni prima, e con una leggenda che è più reale di quanto si possa credere.

La sempre più sorprendente Gargoyle Books ristampa, con una nuova grafica e una nuova traduzione, più attenta e letterale, il pluriosannato romanzo di Dan Simons – una delle poche incursione in territorio orrorifico da parte del maestro di Peoria – precedentemente pubblicato da Mondatori negli anni ’90 (le cui copie, ormai introvabili, si aggirano per le aste a prezzi altisonanti).
La prima impressione è quella di trovarsi nei territori del Re, Stephen King, e della sua opera più acclamata, IT. In effetti, gli elementi sono praticamente gli stessi del capolavoro kinghiano: un gruppo di adolescenti che crescono, il male che risorge ciclicamente, e la lotta contro l’ignoto come passaggio dall’essere bambini all’età adulta.
Ma Simmons non è King, e al di là di una differente struttura narrativa, lo si capisce subito da uno stile di scrittura più ampolloso, votato alla descrizione del più insignificante particolare, e soprattutto dalla mancanza di una sorta di disincantata ironia che pervadeva il romanzo del Re.
Simmons in effetti può essere ostico, più che altro nel principio del romanzo, davvero troppo enfatico e immobile. E comunque si può scorgere sino alla fine una sua volontà di spiegare, parlare, raccontare, esporre, sbrodolare, caratteristica che, continuando il paragone, supera ampiamente anche le ultime chilometriche prove di King.
D’altro canto, in questa maniera, Simmons è in grado di regalare immagini di straordinaria intensità e di magia narrativa, che toccano l’apice nella lunghissima sezione dedicata alla lotta col fango tra il gruppetto di protagonisti e i loro amici-rivali, e in un riuscito finale che abbonda di liquami, mostruosità informi e viscide protuberanze tentacolari.
A proposito del soprannaturale, allora, bisogna rendere conto a Simmons di lasciare incantati con la sua capacità di centellinare le informazioni dedicate alla misteriosa Old Central e all’inferno che la circonda, trasportando il lettore in un vortice di insaziabile curiosità. Curiosità sapientemente soddisfatta alle porte di un finale rivelatore che, per fortuna, manca della spiegazione certosina da parte del malvagio di turno – al fine di dimostrare la sua superiorità dinanzi a cinque bimbetti troppo spavaldi per la loro età. Ed è essai intelligente il modo in cui l’autore raggira questo fastidioso particolare che infesta la maggior parte dell’universo cinematografico-letterario (e da qualche tempo a questa parte anche ludico, perché no).
Spendere ancora parole sulla penna di Simmons e sul modo in cui dà vita a un manipolo di eroi credibili e realistici – così come alla controparte malvagia – risulta poi superfluo, in virtù della maestria con cui dipinge Dale e i suoi amici, coraggiosi difensori dell’età innocente, e della dettagliata e disgustosa ricerca dell’orrido nell’entità maligna che infesta Elm Haven.
L’estate della paura, comunque, non risulta privo di difetti, sia chiaro. L’eccessiva lunghezza è la prima segnalazione da fare, e di conseguenza il già accreditato fiume di parole veramente inarrestabile dello scrittore statunitense. È giusto anche criticare il personaggio della pestifera Cordy, davvero troppo marcio e sgradevole per poter essere apprezzato in pieno, nonostante il carisma a volte irresistibile che distingue la ragazzina. E infine, per essere completi, in un romanzo di formazione quale è il titolo in questione, manca forse un riferimento ben più marcato a una storia d’amore (o come la si voglia chiamare, quando si hanno dodici anni o giù di lì), passaggio necessario e immancabile di ogni ragazzino che si rispetti: perché anche il continuo riferimento a Michelle Stafney (e l’effettiva freccia di Cupido che arriva verso la fine del romanzo) è probabilmente ancora troppo poco per l’universo maschile disegnato da Simmons.
A ogni modo, queste non sono che piccolezze, fastidiose e immancabili precisazioni che bisogna scrupolosamente trovare in un lavoro di tale spessore, che non inficiano assolutamente sul risultato finale, ma che lasciano invece sperare che la perfezione in questo genere Simmons l’abbia raggiunta con il seguito, A Winter Hunting, che sempre Gargoyle Books pubblicherà per la prima volta in Italia nel corso del 2007.
Recensione originariamente pubblicata su Scheletri.com

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa recensione me l'ero persa!
Io ho adorato questo libro. Era da tempo che non leggevo qualcosa di puramente horror scritto così bene.
Sebbene non sia un romanzo propriamente originale è scritto così bene che sembra (i puristi non me ne vogliano) una versione rivista e migliorata di IT, che già adorai quando lo lessi.
Bella tutta la storia che sta dietro al Male della Old Central, in questo caso Simmons s'è davvero sforzato nel non banalizzare il "cattivo" del romanzo.
Aspetto con trepidazione il seguito, sperando che non svacchi troppo...

Auguroni di Buona Pasqua!!!

Simone Corà ha detto...

Auguri anche a te!

Devo dire, però, come già scritto nella rece, che Simmons, per quanto mi riguarda, è prolisso da morire, e gli servirebbe un po' più di immediatezza-barra-umorismo-barra-spensieratezza, caratteristiche che hanno fatto di It il capolavoro che è

Anonimo ha detto...

Sarà anche perchè io per Simmons stravedo, mentre King lo sto rivalutando un po' con la maturità...Per l'amor di Dio, rimane sempre il "Re" (e It è una delle sue creature migliori), ma se si proponesse ora, al posto che negli anni '70-'80 com'è accaduto...forse avrebbe una concorrenza molto più agguerrita.
(ma è anche vero che se il genere è emerso lo si deve sicuramente anche a lui.)

PS: scusa se ho abusato di questo spazio per OTtare un po'...

Anonimo ha detto...

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