mercoledì 4 aprile 2007

Pain of Salvation - Scarsick



Primo album con l’inusuale formazione a quattro (il bassista Kristoffer Gildenlow ha lasciato il gruppo un paio di anni orsono, e non ci è dato sapere né chi sia il sostituto, né tanto meno chi si cimenti con il quattro corde su questo ellepi), ma sesto disco (sette contando il live acustico 12:5) per i prog gods Pain of Salvation.
Scarsick, come tradizione insegna, è ancora una volta un concept, e la storia che prende vita dalle liriche è il seguito di quella raccontata in The Perfect Element – Part I, irraggiungibile vetta artistica della band svedese ed enciclopedica fonte di ispirazione per un certo modo di intendere il progressive nel nuovo millennio.
L’album si presenta con canzoni più dirette e lineari, nonostante il minutaggio sempre elevato di ogni singolo pezzo (siamo sui sette minuti di media, classico standard della formazione scandinava). Ma sebbene il sound appaia leggermente più duro e spigoloso del solito, gli echi del precedente e non del tutto riuscito BE si sentono fin troppo. Alcune canzoni, infatti, come la maggior parte di quelle dell’ambizioso concept su Dio, si perdono in paranoiche ricerche di particolari (suoni, samplers, voci filtrate, incerti cambi di tempo e strutturali) che le rendono nient’altro che dei lavori senza né capo né coda (è il caso delle comunque discrete Mrs Modern Mother Mary e Idiocracy).
Al di là di un paio di cali di tono, che fanno storcere il naso e negano la possibilità di gridare al capolavoro, Scarsick resta un album solido ed efficace, fresco e convincente, sorretto da brani di incredibile spessore e bontà artistica (la title track, guidata da un riffing nervoso e da un refrain orientaleggiante, la Undertow-oriented Cribcaged, ballad in crescendo di emotività e spontaneità metallica, la spiritata e piacevole America, la dolce e sofferta Kingdom of Loss, la conclusiva Enter Rain, quella che più richiama gli inimitabili Pain of Salvation dell’era Perfect Element).
Ed è da ammirare la volontà open minded del mastermind-chitarrista-cantante-compositore-scrittore-e-what-you-have Daniel Gildenlow, capace di mettere in piedi la detestabile Spitfall, sette e passa minuti di agonia rappata – rap che, comunque, uscendo dalla sua bocca, risulta lo stesso affascinante e meritevole d’ascolto – e la bizzarra Disco Queen, in grado di riunire una certa discopop tipicamente anni ’80 e un più consueto prog metal di stampo nineties.
Come sempre, i testi sono lunghi e particolareggiati, e racchiudono sinceri e genuini messaggi di rigetto della società. Stupisce soltanto la presenza smisurata di parolacce e imprecazioni varie, che in Cribcaged lascia (positivamente, è bene sottolinearlo) interdetti (è probabilmente l’unica ballata nella storia della musica che ripete la parola fuck per qualcosa come diciannove volte in cinque minuti).
Da inchini la prestazione di Daniel Gildenlow, a parere di chi scrive il miglior cantante attualmente presente sulla scena musicale, proprietario di un range vocale mostruoso e incantevole. Per il resto, prova meno cerebrale ma più liscia e scorrevole (per quanto possa essere lisca e scorrevole la proposta della band svedese) degli altri tre componenti del gruppo, comunque sempre impeccabile e per certi versi sorprendente.
Scarsick, nonostante un accenno più marcato alla forma canzone, non è affatto un album semplice, sia chiaro. Per i non avezzi al genere, infatti, serviranno i consueti svariati ascolti per poter entrare nel multiverso sonoro dei Pain of Salvation. E sebbene sia presente qualche canzone meno rilucente del solito, questa volta, ad ascolto terminato, non rimane quel vago sentore di incompletezza, caratteristica predominante di BE. Certo, non rimangono nemmeno le estasianti sensazioni provate con The Perfect Element e Remedy Lane, ma quello che continua a piacere dei quattro svedesi è il loro fregarsene di qualsiasi catalogazione, e la loro continua ricerca ed evoluzione sonora, che presto, sono sicuro, porterà a un nuovo lavoro monumentale.
Intanto accontentiamoci, perché Scarsick è un signor disco, che già adesso entra di diritto nella top ten del 2007.

2007
Inside Out/SPV

1. Scarsick
2. Spitfall
3. Cribcaged
4. America
5. Disco Queen
6. Kingdom of Loss
7. Mrs Modern Mother Mary
8. Idiocracy
9. Flame to the Moth
10. Enter Rain

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non conosco questa band... mi hai convinto, andrò a scovare qualche album (magari quel Perfect Element che decanti) e ti farò sapere!

A proposito, complimenti per aver aperto anche tu un blog, e un sincero in bocca al lupo per la tua carriera di blogger...

...anzi, sai che ti dico? Corro a linkarti!

Saluti,
Roland

Simone Corà ha detto...

Ora ti linko anch'io :-)
Grazie!

Cmq prendi pure The Perfect Element, che non è un labum prog in senso stretto - niente parti strumentali lunghissime o assoli infiniti - ma grandi melodie e respiro straordinario. Uno dei miei 5 dischi preferiti :-)

Anonimo ha detto...

Ho preso L'elemento Perfetto e... devo dire che mi è piaciuto già dal primo ascolto! E' vero, nulla di tendenzialmente prog, ma comunque dell'ottima musica onesta.

Grazie della soffiata!


Saluti,
Roland