lunedì 16 aprile 2007

Slither

Regia: James Gunn
Cast: Nathan Fillion, Elizabeth Banks, Michael Rooker, Gregg Henry, Brenda James
Sceneggiatura: James Gunn
Produzione: USA
Anno: 2006
Durata: 90’

Un meteorite proveniente dallo spazio più profondo cade sulla cittadina di Wheelsy. È lo sfortunato Grant Grant il primo a vederlo, e soprattutto a fare la conoscenza con quello che si cela dentro il sasso spaziale, visto che, dopo aver punto l’uomo, la cosa aliena lo trasforma poco a poco in un deforme mostro tentacolare. È quindi tempo di attuare il piano per la conquista della Terra. Contagiata quella sgualdrina di Brenda, Grant la fa diventare una sorta di gigantesco utero per una miriade di lumache viscide e sicuramente poco amichevoli. A loro volta, le lumache – che evidentemente sono nate per un motivo tutt’altro che evoluzionistico – infetteranno uno dietro l’altro tutti gli abitanti di Wheelsy, mutandoli in stupidi zombi.
Toccherà all’ingenuo capitano di polizia Bill Pardy e alla moglie di Grant, Starla, cercare di fermare l’invasione aliena. Con risultati molto più comici del previsto.

Pile e pile di recensioni entusiastiche, critiche unanimemente positive, commenti euforici, che tessono solo ed esclusivamente lodi per l’esordio dietro la camera da presa di James Gunn. Hanno ragione? Certo, Gunn ha stoffa, si vede distante un chilometro, e benché Slither (nella sua irresistibile verve comica e sanguinolenta) non sia altro che un sentito omaggio ai b-movie che andavano per la maggiore tanto tempo fa, le carte in regola per diventare un cult le ha tutte.
James Gunn, dalla sua discreta esperienza come sceneggiatore (al servizio di sua maestà Lloyd Kaufman, giusto per fare un nome), è riuscito a riunire solamente il meglio del meglio della sua produzione, evitando sbrodolamenti e pecche varie che comunque ci si può sempre aspettare da un’opera prima. Dallo script di Tromeo & Juliet eredita l’ironia e le frequenti virate splatter della pellicola, dai due Scooby Doo una simpatica atmosfera horrorifica, mai però troppo paurosa, mentre, dal remake de L’alba dei morti viventi, l’azione frenetica e veloce (lasciando per fortuna a casa eccessivi sprofondamenti psicologici nei protagonisti e certe lacune strutturali che non facevano scorrere poi così benissimo lo pseudo remake del capolavoro romeriano).
Questo perché Slither, in definitiva, è un film simpatico. Non una horror-comedy tout court (non ci sono poi tanti siparietti comici), né tanto meno un horror – inteso come tale – venato di ironia (la componete spaventosa è praticamente assente). Slither non è Shaun of the dead. Slither, semplicemente, è un film simpatico. Merito dell’atmosfera goliardica e spensierata, dei comportamenti sì buffi, ma comunque grottescamente realistici dei protagonisti, e di mostri mai troppo terrificanti – che quasi sembra si divertano pure loro.
Slither in fondo è un film onesto, un inchino e un ringraziamento al cinema horror di una volta, quello realizzato con barattoli di latta, costumi di gommapiuma, e tanta buona volontà. Slither è, fondamentalmente, frutto di una persona che ama l’horror. E questo pensiero funziona meglio di tante altre parole usate a sproposito.
James Gunn, nel doppio ruolo di sceneggiatore e regista, si presenta in formissima, dando vita alla sua creatura più riuscita, semplice e derivativa, quello che volete, ma tremendamente sentita. Script sincero, divertente, che scorre con buona maestria da cima a fondo; regia notevole, che si caratterizza anche per un paio di trovate davvero esilaranti (il prologo, eccezionale per il modo in cui prende in giro un certo modo di fare horror).
Ben voluta la presenza piuttosto insistita di sequenze disgustose e ricche di frattaglie, che stupisce per via del target a cui probabilmente è indirizzata la qui presente pellicola, ma non si dice mai di no a una bella dose di splatter.
Il cast spicca per la presenza di Michael Rooker (Henry – Pioggia di sangue), ridicolo e ingenuamente bastardo uomo innamorato, sia nelle consuete vesti umane, sia in quelle gommose e tentacolari dell’ibrido alieno. Veramente squisita la prova di Nathan Fillion, goffo capitano di polizia, dalla battuta facile e dell’altrettanto facile comportamento strampalato. Bellissima infine Elizabeth Banks: forse merita più elogi per le sue qualità di donna che per quelle recitative, ma in fondo ben si amalgama col resto degli attori.
Slither è – e penso rimarrà per un bel po’ – uno dei migliori esempi di cinema. Punto e basta. Al di là dell’horror, dei mostri, del sangue e della violenza, Slither trasuda passione e devozione da ogni millimetro di pellicola. Ed è così che il cinema dovrebbe essere.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Piacevolissimo film, per una volta girato senza strizzare l'occhio spudoratamente alla tipica fascia di spettatori "da Blockbuster".
Non che lo reputi un capolavoro, forse nemmeno un ottimo film, però si fa vedere, diverte e "disgusta" al punto giusto.
Ultimamente di cose così se ne vedo poche :(

Simone Corà ha detto...

Io lo pensavo molto, ma mooolto più comico.
Però mik è pèiaciuto parecchio lo stesso.
E poi adoro Nathan Fillion, che ha una mimica facciale da oscar :-)